La Biodiversità

La perdita e la frammentazione degli habitat naturali sono considerati fattori cruciali per il declino della biodiversità nei paesaggi agricoli. Migliorare l’equilibrio tra agricoltura e ambiente attraverso una gestione mirata dei margini di campo, delle zone difficilmente accessibili o meccanizzabili e delle aree di rispetto può contribuire allo sviluppo di un sistema agricolo più sostenibile. La realizzazione di aree specifiche con l’intento di connettere in modo mirato i campi coltivati a zone naturali o da rispettare garantisce, infatti, una gestione più equilibrata del paesaggio rurale favorendo nel contempo la salvaguardia della biodiversità e delle risorse suolo e acqua.

Gli agricoltori delle diverse zone hanno operato una continua selezione sulle specie di interesse agricolo, che ha portato alla costituzione di numerosissime varietà idonee a valorizzare le risorse naturali delle più svariate aree e successivamente all’affermazione delle sementi selezionate che hanno sostituito gli ecotipi locali. Al di là degli innegabili benefici conseguenti all’adozione di questi nuovi fattori produttivi, si è registrato un impoverimento della base genetica, evidenziatosi specialmente con il manifestarsi di diffusi attacchi di agenti fitopatogeni e con la mancanza di resistenza delle nuove sementi, selezionate o ibride, ai vari stress ambientali. Ulteriore effetto dell’alterazione dell’equilibrio ecologico è una rapida riduzione delle razze/cultivar allevate per ogni singola specie, con un forte calo della variabilità genetica entro le popolazioni allevate.

Uno degli obiettivi più attuali, o forse potremmo affermare una delle sfide più recenti dell’agricoltura moderna è rappresentata dalla territorialità della stessa, con le sue specificità e caratteristiche, in certi casi persino uniche rispetto ad altre zone rurali. Da preservare e sviluppare in maniera sostenibile. L’agricoltura territoriale mette in atto  una serie di misure e pratiche agro-ecologiche fortemente legate (e quindi compatibili) alla tipologia del territorio in cui vengono attuate, capaci di fornire oltretutto un supporto importante al mantenimento della biodiversità e dell’equilibrio ambientale, e quindi concernente anche fauna e flora locali. Un’attività che guarda con attenzione al consumo del suolo e delle risorse a esso legate dovuto all’opera dell’uomo, evitando che l’antropizzazione arrivi a un punto di non ritorno. La biodiversità locale, connessa all’agricoltura territoriale, mette in gioco dunque una varietà di specie da tutelare e valorizzare grazie all’azione degli stessi agricoltori, indirizzata dal varo di piani nazionali e internazionali.

Il patrimonio agroalimentare del nostro paese è uno dei più ricchi al mondo, incredibilmente variegato per prodotti e sapori tipici, con caratteristiche organolettiche davvero uniche e spesso inimitabili: frutto di un territorio che definiamo speciale in cui sono utilizzate ancora metodologie tradizionali che rimangono fondamentali per l’unicità e la qualità degli stessi prodotti. Salvaguardare l’agricoltura territoriale e la sua produzione non solo è di aiuto alla biodiversità, ma coinvolge in maniera diretta e consapevole produttore e consumatore.

Il sistema nazionale di tutela e valorizzazione della biodiversità invece è costituito da quattro diversi elementi sinergici preposti a ottimizzare e conservare le risorse genetiche di interesse agricolo e alimentare:

  • L’Anagrafe nazionale della biodiversità elenca e controlla le risorse genetiche (vegetali, animali o microbiche) soggette a rischio di estinzione, mantenendone la responsabilità pubblica.
  • La Rete nazionale della biodiversità invece è composta da tutte le strutture (locali, regionali o nazionali) il cui compito è quello di conservare ex situ la biodiversità delle diverse specie (al di fuori dunque dal territorio di origine) secondo le indicazioni ministeriali.
  • Il Portale nazionale della biodiversità (interno al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali) rappresenta la banca dati di sistema riguardante le risorse genetiche alimentari e agrarie del nostro territorio, ne diffonde informazioni e ne monitora la conservazione.
  • Il Comitato permanente per la biodiversità (del cui operato è stata trasmessa la prima comunicazione in parlamento a marzo 2018)

Il Sistema istituito dalla legge 194/2015, unitamente all’introduzione per decreto del Fondo per la tutela della biodiversità (500.000 euro annui), pensato per sostenere le azioni previste dalla legge, supporta in tal modo gli agricoltori che svolgono la loro attività seguendo i criteri di legge e che quindi operano con sementi e varietà vegetali iscritte nel registro dell’Anagrafe nazionale. Questi “operatori della terra” conoscono bene la risposta alla domanda “cos’è l’agricoltura territoriale” in quanto la praticano quotidianamente secondo la normativa vigente per conservare la biodiversità locale.

Workshop ed incontri divulgativi per informare i produttori agricoli sulle novità e gli obblighi normativi per una moderna agricoltura di qualità

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